
Il D’Araprì Rosè dà il via alle esperienze di gusto a Cime di Web
Mettete un posto in cui ci si sente davvero a casa, una buona compagnia, una serata estiva di quelle piacevoli, non troppo calde. Condite tutto con buon cibo e bagnate con delle bollicine di qualità. Il risultato non potrà che essere un’esperienza davvero gustosa.
È quello che è successo qualche giorno fa a Cime di Web, un cooking Lab, in cui è possibile imparare a cucinare qualsiasi cosa, conoscere ricette della tradizione di questa o quella regione, ritagliarsi un momento di divertimento con gli amici ai fornelli, soprattutto un posto che si anima dell’entusiasmo e della gentilezza delle due padrone di casa, Francesca Solarino e Valeria Mannatrizio
Sono state loro ad aprire le porta di questa “cucina”, facendoci sentire come a casa, perché le anime belle, alla fine, riempiono i luoghi con la loro energia e lo avverti subito.
E se è vero che il cibo è prima di tutto condivisione, convivialità, noi lo abbiamo fatto di fronte a un tagliere di formaggi:
Camembert di capra, azienda Carozzi (Lombardia).
È un formaggio a crosta fiorita, sottile e bianca. La pasta è morbida, liscia e cremosa. Il sapore è piacevole, dolce e delicato con sfumature aromatiche.
Blu 61 – La Casearia Carpenendo (Veneto) .
Il formaggio Blu 61 è un erborinato di latte di mucca, realizzato mediante affinamento in vino Raboso passito e mirtilli rossi.
Re Priamo – Amalattea (Sardegna).
Re Priamo, formaggio da latte di capra a coagulazione presamica, pasta cotta, di lunga stagionatura, pasta dura.
L’occasione è stata quella di conoscere uno spumante metodo classico di una cantina pugliese. Sì, di San Severo, in provincia di Foggia. Non siamo in Franciacorta e nemmeno nella zona del Prosecco, ma siamo proprio in quella Puglia che forse poco conosce anche se stessa e le sue potenzialità.
Ed è proprio questa cantina a rappresentare, oggi in Italia, un’eccellenza nella produzione di bollicine secondo il metodo classico della rifermentazione in bottiglia. Si chiama D’Araprì, dalle iniziali dei nomi dei tre soci che hanno creduto in questo progetto più di 40 anni fa. Un sogno che viaggia sulle note di quella musica jazz tanto cara ai suoi sognatori, e che ha portato, negli anni, a creare una sinfonia di spumanti molto apprezzati nel nostro Paese e non solo.
E se per le loro creazioni, i soci D’Araprì utilizzano Cuvèe di Bombino Bianco e Montepulciano, con il Sanseveria Rosè, hanno voluto azzardare con un altro vitigno autoctono, superando se stessi. E hanno dato vita a una bollicina notevole, spumantizzando al 100% uve Nero di Troia. Una follia, avrebbero pensato in molti, una piacevole sorpresa nella realtà.
Il risultato è stato presentato in una bottiglia commemorativa, che ha festeggiato l’anno scorso, i 40 anni della cantina, con uno spumante che si presenta elegante nel colore e nel fine perlage, e che si lascia bere con facilità, pur non nascondendo la sua anima vinosa e fiera.

Ad accompagnare il clima di convivialità un Hoyo de Monterrey Epicure n.2 invecchiato 5 anni. Un Robustos (50×124) che non poteva essere più azzeccato nell’abbinamento con lo spumante, un sigaro che ha offerto una fumata elegante e soave, dagli aromi delicati con una forza poco marcata adatta a seguire sempre un passo indietro il protagonista della serata. Costruzione esemplare, riempimento giustamente calibrato e aromi perfettamente amalgamati fra di loro nei 5 anni di invecchiamento, il sigaro è stato un ottimo gregario dello spumante.
Un’esperienza insolita, quella della scorsa sera a Cime di Web, insolita come rendersi conto che la Puglia è nella top ten in Italia per la produzione delle migliori bollicine con metodo classico, insolita come vedere spumantizzato un vino che per decenni è stato considerato un vino da taglio, insolita per l’accostamento a un sigaro, insolito, sì, ma possibile e in certi casi, sorprendentemente piacevole.
Carmela Loragno e Evangelista Pice